(Sms ongame inviato alle 3.40 del 16 Settembre 2014) Ho perso tante, troppe occasioni per dirlo. Non ho ascoltato il consiglio di Sean. Credevo di avere tempo, credevo di avere il modo e la possibilità di fare tutto come avrei programmato ma ho peccato.
Non siamo noi a saper dirigere i nostri passi.
Lo scrivo adesso, tu non sei qui. Non più ma tornerai. Io lo sento.
Dal preciso istante in cui sono diventato Umabel, io ti ho amata. Cercavo di consolarti da un lutto che ti avevo inflitto, soffrivo con e per te, ma dovevo lasciare che ti alzassi, che avessi fede nel Padre, che l'affetto per i bambini, per il fratelli, per il nostro Signore e per gli amici annientasse la disperazione, così come il Sole prosciuga le nubi.
Ero combattuto tra un sentimento radicato in me da anni, eppure noto alla mente da pochi minuti. Non era una situazione che ero pronto ad affrontare, così mi sono dato tempo per assimilare la realtà che avevo attorno.
Ho cominciato a conoscerti, non a sapere bensì a scoprire il tuo sguardo pieno di vita e di dolore e di gioia e di amore, ho imparato a distinguere le sfumature della voce, ho notato le fossette ai lati del sorriso, ho compreso che tanto hai dato, tanto hai perduto ma alla fine, tanto hai ricevuto.
Ti ho incontrata, Marlene ed eri una vedova affranta, confusa, una madre protettiva, un'amica affettuosa, una donna forte, coraggiosa e straordinaria.
Ho ricordato Grace, mia moglie, che io avevo promesso di amare, di consolare, di affiancare sino alla fine dei miei giorni e mi sono sentito un traditore.
Voltavo le spalle a qualcuno per cui sarei vissuto e morto?
Grace era la luce del mattino. Grace era il sogno che fa aprire gli occhi con un sorriso. Grace è la madre di Lucie, la mia bambina dai capelli biondi e gli occhi chiari, la piccola sul triciclo dal manubrio giallo che mi chiamava dal giardino. Grace era la mia famiglia.
Lucie è mia figlia, saperla accolta fra gli altri miei cari è una consolazione eppure, talvolta, mi piace immaginarla accanto a Noelle, a Killian, la mia bella primogenita che scherza, che gioca e che ride con loro.
Io ho tre figli, Marlene e sai quanto tenga a loro. Sai, quanto tengo a te?
Ti ho incontrata, ho iniziato a innamorarmi di te ma non io, Umabel, ma io, James Allen e i ricordi di Mervin, si sostituiscono ai nostri momenti insieme. E vorrei baciarti, vorrei abbracciarti, vorrei tenerti la mano, farti sapere che sono innamorato, non perché Umabel ti ha amata e ti ama, ma perché James Allen trova tu sia meravigliosa, buffa, scombinata, adorabile, comprensiva, giocosa e speciale.
Umabel sapeva che mi sarei innamorato di te, come lui ti ama. Umabel sapeva che avrei provato tutto questo.
Non ho colpe, non compio tradimenti, non cancel...
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